Via Lemonia / Via Alessandro Viviani
Parco archeologico
Il Parco degli Acquedotti si estende su un’area di circa 240 ettari tra il quartiere Appio Claudio, via delle Capannelle e la linea ferroviaria in direzione Napoli-Cassino. Rappresenta uno dei polmoni verdi del quadrante sud-est di Roma e fa parte del Parco regionale suburbano dell’Appia antica.
È così denominato in quanto crocevia della rete idrica dell’antica Roma. Al suo interno si intrecciano i resti di 6 degli 11 acquedotti della città: Marcio, Tepula, Iulia, Claudio, Anio Novus e il sotterraneo Anio Vetus. A questi si aggiunge l’acquedotto Felice, che si sovrappone allo Iulia, tutt’ora impiegato per l’irrigazione e che dà vita ad un laghetto che prosegue con un corso d’acqua ed una cascata che ricalcano l’ antica marrana dell’ Acqua Mariana.
Sono presenti anche altri resti archeologici di notevole interesse. Nei pressi di via delle Capannelle, in un’area non accessibile al pubblico ma ben visibile dall’esterno, si può ammirare la Villa dei Sette Bassi, realizzata verso la metà del II secolo al V miglio della via Latina. È la seconda più grande dopo quella dei Quintili, tanto da essere considerata una città a sé stante. Includeva una serie di abitazioni con magazzini, templi e cisterne. Il toponimo deriva dal possibile proprietario Settimio Basso, prefetto all’epoca di Settimio Severo (193-211), possibile proprietario della villa.
Nell’area settentrionale del parco, lungo via Lemonia, si trovano i resti di un’altra imponente struttura, la Villa delle Vignacce, su cui le indagini archeologiche hanno evidenziato cinque fasi di realizzazione, tra il I e il VI secolo. Si possono distinguere gli ambienti della zona termale, composta da un’aula a pianta circolare coperta a cupola, circondata da piccoli ambienti absidati. Nei pressi della Villa delle Vignacce nel 2009 fu rinvenuta una statua in marmo, raffigurante il satiro Marsia, oggi conservata nel Museo della Centrale Montemartini a Roma.
La zona del parco degli acquedotti, destinata a verde pubblico dal piano regolatore del 1965, negli anni settanta fu espropriata e liberata dai cosiddetti “borghetti” che si addossavano all’acquedotto Felice. Nel 1988, grazie ad alcuni cittadini del Comitato per la salvaguardia del Parco degli Acquedotti e di Roma Vecchia e all’appoggio di alcuni intellettuali l’area del Parco degli Acquedotti fu inserita nel Parco regionale dell’Appia antica.
Gli ultimi interventi di miglioramento realizzati sono l’eliminazione dei vecchi orti abusivi, il ripristino idrico e paesaggistico della marrana dell’Acqua Mariana e il collegamento ciclo-pedonale con l’area di Tor Fiscale e il GraB.
Il progetto “Quadraro: la Q di Roma” di Architettura Senza Frontiere Onlus Lazio si svolge, dal 24 settembre al 31 ottobre 2020, all’interno del Festival CHANGE, Architecture, Cities, Life promosso da Open City Roma, Ordine degli Architetti di Roma e Provincia e MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, vincitore del bando “Festival dell’Architettura” promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del MIBACT.
Maggiori informazioni sul progetto Quadraro: La Q di Roma