Piazza dei Tribuni, 31 – Via Asconio Pediano, 14
Parco XVII Aprile 1944 e Mausoleo di Alessandro Severo
II sec. d.C.
Il parco di Monte del Grano, adiacente a piazza dei Tribuni, è il più significativo spazio verde all’interno del quartiere. Fu oggetto di un importante restauro nel 1999, e nel 2001 in occasione della commemorazione del rastrellamento venne rinominato “Parco XVII Aprile 1944”. All’interno è presente un gruppo scultoreo su piedistallo, monumento in ricordo del tragico evento, raffigurante un uomo che abbraccia la propria famiglia prima di esserne allontanato per mano di un soldato tedesco.
Nascosta da una collina nel parco, lungo un’antica strada ormai scomparsa che collegava la via Latina alla via Labicana, sorge un’imponente tomba a tumulo, la terza per grandezza a Roma dopo i sepolcri di Adriano e Augusto.
Il Mausoleo è conosciuto sin dal medioevo con il nome di Monte del Grano, per la forma che ricorda un moggio di grano rovesciato. Il ritrovamento di un filare di blocchi di travertino, durante i lavori per la realizzazione del parco pubblico nel 1969, ha contribuito a ricostruire l’aspetto esterno del monumento, che consisteva in un tamburo circolare, i cui blocchi furono in gran parte asportati nel XIV secolo. Secondo una consuetudine di derivazione ellenistica, probabilmente il tamburo sosteneva un tumulo troncoconico, ricoperto da vegetazione. Un atto di compravendita del 1420 riporta indicazione di una torre a due piani con tetto spiovente, raffigurata anche in alcune tavole di G.B. Piranesi, restaurata più volte e crollata durante una bufera di vento nel 1900.
Attualmente si accede da un portale marmoreo, non pertinente all’ingresso originario, che attraverso un corridoio lungo 21 metri, coperto da una volta a botte, conduce alla camera sepolcrale a pianta circolare del diametro di 10 metri, coperta a cupola. L’ambiente era suddiviso in due livelli da una volta di cui si notano i resti dell’imposta. Nel piano superiore era ricavata una stanza il cui corridoio di accesso è tuttora visibile dalla cella. Il livello del pavimento antico, leggermente più alto dell’attuale, si può individuare grazie ai grandi blocchi di travertino alla base dei muri perimetrali.
Piranesi nel XVIII sec. disegnò pianta e sezione del mausoleo evidenziando un corridoio anulare collegato a due corridoi di accesso e una scala che doveva condurre ad una stanza sotterranea. L’ipotesi non fu confermata dai saggi di scavo effettuati dalla X Ripartizione nel 1991.
Un lucernario obliquo all’estremità del corridoio convogliava la luce garantendo aerazione e illuminazione. Un altro lucernario illuminava la cella, tuttavia secondo molti autori si tratta dell’apertura effettuata nel 1500 per estrarre il sarcofago di marmo con il coperchio a forma di letto con due personaggi distesi, ritrovato all’interno del sepolcro e oggi conservato ai musei Capitolini.
Sin dal ritrovamento, il mausoleo venne datato all’epoca di Alessandro Severo (222-235 d.C), riconoscendo nelle due figure sul coperchio del sarcofago l’imperatore e sua madre Giulia Mamea. Venne tuttavia dimostrata l’inconsistenza di tale attribuzione, ma la grandiosità del mausoleo e la ricchezza della sepoltura lasciano intendere l’alto rango del defunto. I bolli dei mattoni visibili nelle murature, inoltre, farebbero anticipare la datazione all’epoca di Adriano (117-138 d.C).
1. http://www.sovraintendenzaroma.it/i_luoghi/roma_antica/monumenti/mausoleo_di_monte_del_grano
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Maggiori informazioni sul progetto Quadraro: La Q di Roma