Dettagli Progetto
Il Laboratorio Sottovuoti è stato contattato da diversi comitati di quartiere per avviare una serie di Laboratori per riprogettare la viabilità nel triangolo compreso tra viale Castrense e via Taranto, in vista della riapertura al transito ordinario di Via La Spezia dopo il blocco parziale della viabilità a causa dei lavori della Linea C della metropolitana. I laboratori hanno riguardato anche la sistemazione della sezione stradale e la trasformazione di Largo Brindisi in una piazza pedonale. La Risoluzione riguardante il progetto frutto dei laboratori è stata approvato dal Municipio VII il 1 marzo 2015 e portata all’attenzione della Commissione Mobilità di Roma Capitale la quale nel 2019 riconosce il contributo del laboratorio Sottovuoti nella definizione del nuovo assetto dell’area. Il progetto esecutivo redatto da Roma Capitale presenta diverse differenze rispetto a quanto prodotto dai laboratori ma ne coglie alcune importanti indicazioni: la chiusura di Viale Castrense affinché quel tratto di mura possa essere integrato al futuro Parco Lineare delle Mura e ai retrostanti Giardini di Via Carlo Felice, l’ampliamento dell’area pedonale di Largo Brindisi e altro. Il 18 maggio 2020 sono iniziati i lavori di esecuzione, attualmente in corso.
Sottovuoti è una iniziativa di Architettura senza Frontiere Onlus che mira all’organizzazione di laboratori territoriali di architettura partecipata nei vari Municipi di Roma. Il fine di questo tipo di attività è quello di costruire con i cittadini e per i cittadini uno spazio pubblico, d’incontro, di scambio, di convivialità; lo spazio non solo di una socialità oggi sempre più consumistica ma anche come spazio della libera interazione tra estranei e tra idee, spazio dell’ imprevisto dove si può trovare ciò che si cercava, spazio dove può prendere forma qualcosa di nuovo e non solo spazio di riproduzione dell’esistente. Ispirandosi anche a delle esperienze europee, come quelle in Belgio di ROTOR, Recetas Urbanas, Millegomme, etc etc ASF ha pensato di sfruttare i cosiddetti vuoti urbani ed utilizzarli come embrioni per la sperimentazione di nuove pratiche urbane che coinvolgano la società civile e annullino l’alienazione urbana che si è venuta a creare. Il vuoto urbano è uno spazio prossimo, che conosciamo, ma che non fa parte fisicamente e visivamente della nostra immagine di città.I vuoti urbani saranno trattati come i nuovi terreni di cultura e di identità. Non i tradizionali spazi aperti della città bensì quelle aree apparentemente escluse dai processi di trasformazione urbana che diventano temporaneamente, o in modo stabile, teatro di fattori sociali auto-organizzati e non, riuscendo a descrivere la complessità della condizione identitaria urbana e le attese per un cambiamento futuro.